Che cosa sono le comunità energetiche?
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Le comunità energetiche sono associazioni attraverso cui degli utenti (cittadini, attività commerciali, pubbliche amministrazioni, ma anche piccole e medie imprese) si uniscono su base volontaria con lo scopo di produrre, scambiare e consumare energia da fonti rinnovabili su scala locale, secondo i principi di autoconsumo e autosufficienze energetica. Vediamo insieme come nasce il concetto di comunità energetica e come funziona.
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Comunità energetica: di cosa si tratta?
Comunità energetiche in Italia Le comunità energetiche rinnovabili (CER) vengono introdotte nel nostro ordinamento attraverso l'art. 42 bis del Decreto-legge 162/19 (il cosiddetto Decreto Milleproroghe), con cui la normativa italiana recepisce la Direttiva Europea RED II. (2018/2001/UE)
La Direttiva comunitaria prevede infatti che tutti gli Stati membri promuovano l'uso di energia da fonti rinnovabili, affinché entro il 2030 il consumo finale lordo di energia rinnovabile dell'Unione sia pari almeno al 32% e la quota di energia da fonti rinnovabili nel settore dei trasporti sia pari almeno al 14%.
Il maggiore ricorso all'energia da fonti rinnovabili può svolgere una funzione indispensabile anche nel promuovere la sicurezza degli approvvigionamenti energetici.
In questo contesto, sia le comunità energetiche che l'autoconsumo collettivo vengono promosse in quanto stimolo alla produzione e al consumo di energia da fonte rinnovabile. Entrambe queste pratiche mirano infatti all'autoproduzione energetica pulita, con lo scopo di limitare l'impatto ambientale, ridurre le emissioni di C02 e, al contempo, contenere il costo dell'elettricità in bolletta. Pur perseguendo gli stessi obiettivi, autoconsumo collettivo e comunità energetiche sono due realtà differenti:
- Comunità energetica: un gruppo di privati, cittadini, enti religiosi, del terzo settore o di ricerca, PMI e pubbliche amministrazioni che si costituiscono in forma giuridica per produrre e condividere energia elettrica.
- Autoconsumo collettivo: più soggetti in uno stesso edificio o condominio che decidono di unirsi per diventare sia consumatori che produttori di elettricità (prosumer).
Comunità energetiche: obiettivi e requisiti
Il principale obiettivo di una comunità energetica rinnovabile è dunque quello di fornire benefici ambientali, economici o sociali a livello di comunità ai suoi membri o alle aree locali. Ciò significa che l'obiettivo prioritario non è quello di generare profitti economici. Con la deliberazione 318/2020/R/EEL, ARERA - Autorità garante per l'energia elettrica e il gas - ha individuato i requisiti per costituire una comunità energetica nel rispetto della legge:
- ogni comunità energetica è un soggetto giuridico autonomo controllato dagli azionisti o dai membri situati nelle vicinanze degli impianti;
- i membri della comunità sono titolari di punti di connessioni di reti elettriche di bassa tensione relative alla stessa cabina di trasformazione in media/bassa tensione;
- gli impianti devono essere attivati successivamente all’entrata in vigore del D.L. Milleproroghe e quindi connessi alla rete successivamente al 1° marzo 2020. Il decreto 199/2021 ha esteso la potenza massima installabile da 200 kW a 1 MW.
Quali sono gli incentivi?
Non solo vantaggi ambientali ma anche bollette più leggere: le comunità energetiche sono soggette a un sistema di incentivi che vengono erogati sia sull’energia immessa in rete che sull’energia condivisa.
L'energia condivisa L'energia condivisa è pari al minimo, in ciascun periodo orario, tra l’energia elettrica prodotta e immessa in rete dagli impianti a fonti rinnovabili e l’energia elettrica prelevata dall’insieme dei clienti finali associati.
Le tariffe incentivanti (fisse per 20 anni) destinate alle comunità da 200 kW:
- 100 €/MWh per le configurazioni di autoconsumo collettivo.
- 110 €/MWh per le comunità energetiche rinnovabili.
- Tariffa di restituzione di circa 9 €/MWh sull’energia condivisa per i minori costi di sistema.
Oltre agli incentivi sull'energia condivisa, per i membri di una comunità energetica è prevista anche un'agevolazione sull'energia ceduta (tramite ritiro dedicato o vendita al mercato dell'energia). Insomma, oltre a essere un ottimo strumento per limitare l'impatto ambientale, le comunità energetiche rappresentano anche una buona opportunità di risparmio in bolletta, stimato da uno studio di Elemens e Legambiente fino al 25%.
Potenziale e criticità delle CER in Italia
Nonostante il grande potenziale, la mappatura delle comunità energetiche di Legambiente fotografa lo sviluppo di una pratica che stenta ancora a decollare.
Delle 100 comunità energetiche censite a giugno 2022, solo 16 sono riuscite ad arrivare a completare l’intero iter di attivazione presso il GSE e di queste solo 3 hanno ricevuto i primi incentivi statali.
Una situazione segnata da complessità burocratiche, ma anche dalle difficoltà di ARERA nell’emanare le regole attuative e dalle difficoltà nel ricevere le informazioni necessarie per identificare l’ambito di sviluppo delle CER. Per questa ragione, le associazioni ambientaliste si sono attivate per sollecitare il legislatore ad agire, con l'obiettivo di rimuovere gli ostacoli che tuttora complicano lo sviluppo delle comunità energetiche.
Per permettere il pieno sviluppo di queste realtà, è necessario e urgente non solo accelerare il processo di pubblicazione delle regole attuative di ARERA, le cui consultazioni si sono chiuse lo scorso 29 settembre; ma occorre anche accelerare sulla partita degli incentivi su cui chiediamo al nuovo Governo di lavorare da subito.
Nuovi sviluppi
Una sollecitazione raccolta dal ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto, che ha espresso parole rassicuranti sul tema: il decreto attuativo che dovrebbe fornire finalmente un quadro normativo chiaro e definitivo è pronto, e la consultazione pubblica per condividerne i contenuti dovrebbe aprirsi nei prossimi giorni.
È un tema su cui stiamo lavorando, anche con il dovuto confronto con la Commissione Ue. [...] Crediamo fortemente nelle comunità energetiche rinnovabili: sono il segnale di una auto-organizzazione economica ed ecologica sul territorio e costituiscono un forte sviluppo per la diffusione delle energie rinnovabili. È una nostra priorità, lo è sempre stata, soprattutto in questo momento emergenziale in cui stiamo vivendo un problema con il caro energia.
Un passo importante che dovrebbe rappresentare una svolta anche per la creazione di comunità più estese, quelle fino a 1 MW, al momento escluse dal regime di incentivi.
Le comunità energetiche sono sostenute anche dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, che prevede 2,2 miliardi di euro di fondi destinati ai Comuni per promuoverne lo sviluppo: il decreto del Ministero farà chiarezza anche sulle modalità di erogazione di questi incentivi.