FiberCop VS Open Fiber: sul Piano Italia a 1 Giga è quasi guerra

In Italia il futuro delle connessioni a internet passa da Open Fiber e Fibercop. Le due aziende, che operano nella creazione della rete in fibra ottica, sembrano sempre più distanti e la lettera inviata al governo da Fibercop complica la situazione.
I due principali attori della corsa alla copertura nazionale in fibra sono al centro di uno scontro che coinvolge contributi pubblici e MEF: che sta succedendo? Innanzi tutto vediamo di cosa si occupano.
Open Fiber e Fibercop: chi sono e cosa fanno
Queste aziende lavorano nella creazione dell'infrastruttura in fibra ottica in Italia: un servizio a vantaggio di tutti gli operatori telefonici italiani, che possono sfruttarla per commercializzare le proprie offerte internet casa.
Le due imprese sono però ben distinte, sia per quanto riguarda gli obiettivi che le loro governance.
- Open Fiber è controllata per il 60% da Cassa Depositi e Prestiti, una società per azioni del Ministero dell'Economia e delle Finanze e nasce con lo scopo preciso di coprire con la fibra ottica le cosiddette "aree bianche", zone remote ritenute a fallimento di mercato.
- FiberCop è invece il frutto della collaborazione tra TIM, KKR Infrastracture e Fastweb. Oggi questa società è controllata al 37,8% dal fondo KKR e, per il 16%, dallo stesso MEF. Il suo scopo è quello di sviluppare la rete in fibra ottica per supportare la digitalizzazione del Paese.
Pertanto si tratta di operatori all'ingrosso e non è un caso, infatti, che si parli da anni di una possibile fusione Fibercop-Open Fiber.
Tuttavia, negli ultimi mesi, la competizione tra queste due realtà ha preso una piega sempre più accesa, fino a coinvolgere direttamente il Governo.
La lettera di Fibercop contro i finanziamenti a Open Fiber
La situazione tra i due wholesale si è fatta tesa dopo il contributo pubblico di 660 milioni di euro, approvato nella legge di bilancio, destinato a Open Fiber per compensare le criticità economiche sorte durante l'attuazione del Piano Nazionale per la Banda UltraLarga (BUL).
Fibercop, per voce del suo presidente e AD Massimo Sarmi, ha inviato una lettera su questo tema a tutti i principali esponenti del Governo. Il comunicato preannuncia l'intenzione dell'azienda di segnalare alla Commissione europea il contributo ricevuto da Open Fiber come un aiuto di Stato non notificato.
Questo tipo di contributi è considerato illegale e può essere soggetto a recupero da parte della Commissione, per tutelare le condizioni di concorrenza originali.
La lettera appare dunque come un fulmine a ciel sereno, che travolge l'esecutivo. La situazione è infatti piuttosto paradossale per il Governo che: da un lato sostiene Open Fiber con i sussidi, dall'altro è socio di FiberCop stessa che contesta questi aiuti.
Non a caso, fonti del MEF citate da Repubblica parlano di "grande stupore" per l'iniziativa di FiberCop, il cui principale azionista KKR avrebbe probabilmente agito senza informare il socio pubblico.
Open Fiber vs Fibercop: la risposta del Ministro Urso
Il principale destinatario della lettera di Fibercop è Adolfo Urso, ovvero il Ministro delle Imprese e del Made in Italy che ricopre un ruolo importante nel piano nazionale BUL.
Urso ha risposto alla lettera a margine di un evento ufficiale:
Noi siamo assolutamente convinti che abbiamo operato al meglio, che l'Italia è finalmente sulla giusta strada per realizzare opere fondamentali per l'intero sistema Paese. Ci siamo mossi bene, credo.
Fibercop ha chiarito che è disposta al dialogo e che non ha ancora intrapreso azioni formali, tuttavia è pronta a rivolgersi alla Commissione qualora il Governo non sia in grado di fornire una giustificazione chiara e trasparente sulla misura di sostegno a Open Fiber.
Se lo scontro dovesse finire sul tavolo della Commissione europea, l'Italia rischierebbe un contenzioso dagli esiti imprevedibili, a discapito dell'avanzamento tecnologico della rete.
Open Fiber - Fibercop: conseguenze sul Piano Italia 1 Giga e fusione
La tensione tra le due società e la confusione societaria, rendono lo scenario molto complesso e instabile. In particolare il Piano Italia 1 Giga, pensato per portare la connessione veloce a oltre 3 milioni di civici, sembra destinato a una rimodulazione.


La scadenza per raggiungere l'obiettivo è infatti il 30 giugno 2026, data da rispettare per non perdere i fondi del PNRR che finanziano il progetto. Open Fiber è però molto in ritardo su alcune aree e ha proposto, come soluzione d'emergenza, l'utilizzo temporaneo della tecnologia FWA.
Le conseguenze più importanti sono quelle sulla possibile fusione Open Fiber e Fibercop. Sebbene se ne parli praticamente dalla creazione della seconda, nel 2021, ancora oggi sembra solo un miraggio molto lontano.
Il Governo si trova dunque a dover mediare una situazione molto delicata, che se non gestita bene potrebbe avere ripercussioni importanti su tutto il settore.
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