Come funzionano le nuove classi energetiche?

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Che cosa indicano le classi energetiche e per quali elettrodomestici sono valide?
Che cosa indicano le classi energetiche e per quali elettrodomestici sono valide?

Il primo marzo 2021 in Unione Europea sono entrate in vigore le nuove classi energetiche che hanno sostituito il vecchio sistema, semplificandolo e rendendolo più funzionale: come funzionano e come interpretarle?

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Classi energetiche: che cosa sono

Anche se con la stessa funzione, il consumo energetico di due elettrodomestici può non essere lo stesso: alcuni, per portare a termine la stessa operazione, impiegano meno energia e sono dunque più efficienti.

Le classi energetiche permettono di classificare gli elettrodomestici proprio sulla base della loro efficienza energetica, fornendo così al consumatore delle indicazioni in grado di orientarli in fase d'acquisto.

Nel 1992 l'Unione Europea ha adottato la direttiva 92/75/CEE del Consiglio attraverso la quale viene introdotta l'etichettatura uniforme che fornisce informazioni sul consumo di energia di alcuni tipi di apparecchi domestici, così che i consumatori possano scegliere prodotti più efficienti dal punto di vista energetico.

La direttiva è entrata in vigore solo nel 1994, ed è stata recepita dal nostro paese quattro anni dopo, nel 1998, con l'introduzione dell'obbligo di apporre delle etichette informative. Questa misura nasce anche per rispondere all'esigenza di uniformare i sistemi d'informazione legati al consumo energetico, visto che alcuni Stati membri dell'Unione Europea avevano già provveduto a introdurre i propri: l'esistenza di diversi sistemi nazionali vincolanti avrebbe infatti potuto essere d'ostacolo agli scambi comunitari.

Le vecchie classi energetiche

La prima scala utilizzata per definire le classi energetiche è composta da sette segmenti, denominati utilizzando le lettere da A a G, laddove i livelli della classificazione corrispondono a risparmi energetici e di costi significativi per l'utilizzatore finale. Ogni segmento ha un colore diverso, dal verde scuro – il miglior livello di efficienza energetica – al rosso, che contraddistingue l'elettrodomestico con la peggiore performance.

Con gli anni, il progresso tecnologico ha reso alcuni prodotti ancora più performanti, tanto da superare la classe energetica A: la classificazione è stata dunque estesa, introducendo nel 2003 anche le classi addizionali A+, A++ e A+++ per alcuni elettrodomestici.

Anche per criteri di semplicità e chiarezza, in linea di principio il numero totale di classi sarebbe comunque dovuto restare limitato a sette, pur comprendendo le classi addizionali: ciò ha comportato una riorganizzazione delle diverse categorie, con l'eliminazione di alcune di queste. Generando una classificazione eterogenea tra i diversi tipi di prodotto.

Per esempio, le lampadine avevano una scala da A++ a E, gran parte degli altri apparecchi da A+++ a D. L'etichetta aggiornata al 2017 dei televisori aveva una scala da A++ a E, quella del 2020 da A+++ a D.

Sebbene, dunque, le classi addizionali avessero risposto all'esigenza di seguire lo sviluppo tecnologico, di fatto avevano reso molto più complesso il sistema di etichettatura, che invece di essere una valida guida per il consumatore rischiava di suscitare l'effetto opposto, confondendo l'utente.

Per questo motivo, l'Unione Europea ha deciso di effettuare un riscalaggio delle etichette, così da garantire una sola classificazione, da A a G, omogenea e chiara per tutti.

Nuove classi energetiche: come cambiano

Il primo marzo 2021 è entrata in vigore la nuova versione dell'etichetta energetica Ue. Il cambiamento più rilevante è rappresentato proprio dal ritorno a una classificazione più chiara e snella: una semplice scala dalla A alla G.

La nuova classificazione è stata concepita in modo tale che solo pochi prodotti avessero inizialmente i requisiti per ottenere la certificazione A. Una scelta volta a stimolare la concorrenza - incoraggiando i produttori a investire nella progettazione di prodotti più performanti – e a lasciare un buon margine per includere in futuro gli elettrodomestici più efficienti e performanti che dovessero comparire sul mercato.

Nelle nuove etichette è stato inserito anche un link QR Code a una banca dati a livello comunitario, così da permettere ai consumatori di trovare maggiori dettagli sul prodotto. Inoltre, la ricerca di più chiarezza ha determinato anche un cambio delle icone, più moderne e intuitive rispetto a quelle delle etichette originali.

L'etichetta energetica originale ha avuto un grande successo, poiché ha consentito a una famiglia media in Europa di risparmiare varie centinaia di euro l'anno e ha motivato le imprese a investire in ricerca e sviluppo. Alla fine di febbraio oltre il 90 % dei prodotti risultano etichettati A +, A + + o A + + +. Il nuovo sistema sarà più chiaro per i consumatori e garantirà che le imprese continuino a innovare e a offrire prodotti ancora più efficienti, con conseguente riduzione delle emissioni di gas a effetto serra.

Kadri Simson, Commissaria per l'EnergiaComunicato Stampa, 1 marzo 2021

Oltre alla classe, assegnata in base a test controllati e riproducibili, l'etichetta riporta il consumo annuale di energia (AEC), espresso in kWh/anno.

Con la nuova classificazione, i vari modelli di elettrodomestici si ridistribuiscono in maniera più riconoscibile nelle diverse classi, senza affollare le categorie A, A+, A++, A+++, come accadeva con il vecchio sistema, difficilmente interpretabile a queste condizioni.

Etichetta energetica: quando è obbligatoria

La nuova etichetta energetica diventa obbligatoria per tutti quegli apparecchi o dispositivi ritenuti capaci di avere un impatto diretto o indiretto sul consumo di energia e di altre risorse primarie.

  • Condizionatori
  • Apparecchi da cucina (domestici)
  • Lavastoviglie (per uso domestico)
  • Caldaie (per ambienti e per l’acqua)
  • Lampade
  • Apparecchi per il riscaldamento d’ambiente locale
  • Apparecchi di refrigerazione (per uso domestico)
  • Frigoriferi (professionali)
  • Caldaie a combustibile solido
  • Televisori
  • Asciugatrici
  • Asciugatrici
  • Pneumatici
  • Unità di ventilazione (residenziali)
  • Lavatrici (per uso domestico)

Altri piccoli elettrodomestici – come gli asciugacapelli, le stufette elettriche, i tostapane, etc. – sono esclusi dall'obbligo di apporre l'etichetta energetica, sia perché i loro consumi su quelli complessivi di un'abitazione sono tutto sommato marginali, sia perché le differenze di consumo tra un modello e l'altro sono esigue e non giustificano una categorizzazione in tal senso.

Classe energetica A: quanto si risparmia?

Acquistare un elettrodomestico in classe A è un buon investimento per tenere sotto controllo i consumi delle proprie utenze.

Considerando un prezzo dell'elettricità di 0,501 €/kWh - tariffa regolata da ARERA nel mercato tutelato IV Trimestre 2022 – e considerando che un frigorifero di classe G consuma almeno 303 kWh l’anno, mentre lo stesso prodotto in classe A meno di 100 kWh l’anno, nel primo caso avremmo una spesa annua di 151 euro. Nel secondo, la spesa ammonterà a meno di 50 euro.

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