Che cosa si intende per energia generata dai prodotti petroliferi?

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Energia prodotta dai prodotti petroliferi: quali sono le consueguenze?
Energia prodotta dai prodotti petroliferi: quali sono le consueguenze?

Il petrolio è tra le principali fonti di energia utilizzate nel mondo: si tratta di una risorsa non rinnovabile impiegata soprattutto nel settore dei trasporti (terrestre, marittimo e aereo). Sebbene l’uso dei prodotti petroliferi come fonte di energia abbia impresso un'accelerazione senza precedenti allo sviluppo tecnologico e alla forza produttiva umana, il suo impatto ambientale è così significativo da richiedere un cambio di rotta verso fonti energetiche più sostenibili.

Produzione nazionale energia elettrica per fonte 1997 - 2022. Dati elaborati dalla relazione annuale dell'ARERA "Stato dei Servizi".

  • 1997
  • 1998
  • 1999
  • 2000
  • 2001

Indica l'anno per verificare le fonti utilizzate per il fabbisogno energetico.

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Energia prodotta dai prodotti petroliferi

Il petrolio è tra le fonti di energia più utilizzate nel mondo. Anche in Unione Europea: nel 2020, il petrolio e i prodotti petroliferi hanno rappresentato la quota maggiore (35,0%) nella struttura del consumo finale di energia.

Si stima che l’85% del petrolio venga utilizzato come carburante, in prevalenza nel settore dei trasporti (58%) e nell’industria (20%).

  • Energia: quali prodotti petroliferi utilizzati?
  • Gasoli
  • Benzina
  • Olii combustibili
  • Virgin nafta
  • Carboturbo jetfuel

Ma per ricavare i prodotti petroliferi, è necessario il processo di “raffinazione”, che trasforma il petrolio greggio allo stato naturale in un materiale adatto ai diversi usi. Questo processo avviene nelle raffinerie.

Perché il petrolio è tanto usato? Con un barile di petrolio si può produrre una grande quantità di energia, questo consente un trasporto della stessa facile, economico e di massa. Anche se esauribile, il petrolio si è contraddistinto finora come una fonte energetica affidabile: grazie alla sua resa energetica ha trainato tutto lo sviluppo tecnologico del secolo scorso.

Quanto costa il petrolio?

Il fatto che sia una risorsa energetica limitata, destinata ad esaurirsi, ma al contempo connotata da un’eccezionale resa energetica, è la ragione per cui il petrolio è stato ribattezzato “oro nero” e riveste una grande importanza in diversi ambiti della vita economica.

Sui mercati internazionali, viene monitorato l'andamento delle sue quotazioni. Vengono soprattutto seguite le performance del petrolio di due tipologie diverse: il Brent e il WTI.

  1. Brent: petrolio di tipo europeo, deve il nome a un giacimento nel Mare del Nord scoperto negli anni ‘70 al largo della Scozia. Oggi, definisce la produzione di 19 campi petroliferi.
  2. WTI: è il petrolio americano, denominato con l’acronimo di West Texas Intermediate, detto anche Texas Light Sweet.

Quest’ultimo è considerato molto pregiato, a causa delle sue caratteristiche chimico-fisiche. Dalla sua raffinazione si ottiene un'alta percentuale di benzine e gasolio leggero. Il prezzo del Brent è utilizzato come benchmark ed è reputato il punto di riferimento per tutto il greggio dell’Africa occidentale, del Mediterraneo e anche per alcuni greggi del sud-est asiatico.

Il prezzo del petrolio Brent determina quello del 60% del petrolio estratto nel mondo.

Ma quale costa di più? Sebbene il Brent venga prodotto vicino al mare - rendendolo, dunque, meno esposto ai costi di trasporto, che sono dunque inferiori rispetto al WTI - molto spesso è proprio questo tipo di petrolio a risultare più costoso. Ciò è dovuto all’aumento di produzione del WTI negli USA, con conseguente svalutazione del prezzo. Inoltre, anche la riduzione dei flussi dalle piattaforme del Mare del Nord ha come effetto quello di far crescere le sue quotazioni.

Non solo energia

Il petrolio non viene utilizzato solamente per produrre energia. Ogni giorno, infatti, utilizziamo senza accorgercene tantissimi prodotti che sono stati ricavati proprio dal petrolio, dall’arredamento al computer, passando per il dentifricio, prodotti per il make up e la cosmetica, vernici, persino le scatole di alcuni medicinali.

  • Tra gli altri prodotti derivati dal petrolio:
  • Plastica
  • Asfalto
  • Cherosene
  • Paraffina
  • Catrame

Impatto ambientale

Nonostante l’ottima resa energetica del petrolio, il suo grave impatto ambientale impone un cambio di passo, con una riduzione del consumo di questa fonte energetica a favore di altre fonti più sostenibili, come quelle rinnovabili.

Il petrolio, infatti, è una miscela di idrocarburi, composta prevalentemente da carbonio e idrogeno, insieme ad altre sostanze più o meno tossiche, come zolfo e metalli pesanti quali mercurio, cadmio, arsenico, cromo e piombo. Una delle principali criticità dell’uso del petrolio è rappresentata dalle sue emissioni climalteranti.

Le emissioni del petrolio come fonte di energia Come sostiene il report dell’Agenzia internazionale per l’energia (Iea) nel suo rapporto “Emissioni di CO2 nel 2022″, la CO2 provocata dal petrolio è aumentata del 2,5%, per 268 milioni di tonnellate. Il maggior aumento delle emissioni nello scorso anno è stato causato proprio dalla generazione di elettricità e calore: 261 milioni di tonnellate (+1,8%).

Inoltre, si sono verificati diversi incidenti durante le attività di routine derivate dall’esplorazione sismica, l’estrazione di petrolio e il suo trasporto, comportando grossi danni sia per l’uomo che per l’ambiente.

Basti ricordare il più grande disastro ambientale causato dal petrolio negli Stati Uniti, con l’esplosione sulla piattaforma petrolifera BP Deepwater Horizon il 20 aprile 2010, che causò lo sversamento di circa 500 milioni di litri di petrolio nel golfo del Messico. Undici operai rimasero uccisi, così come un enorme numero di mammiferi marini, tartarughe di mare, uccelli e pesci.

Verso l’esaurimento?

Come abbiamo detto, il petrolio è una fonte di energia destinata a esaurimento. La domanda che potremmo porci è, dunque, quando questa risorsa potrà dichiararsi esaurita completamente. Si tratta di un quesito dalla non facile risposta che probabilmente l’umanità si pone dagli albori dell’industria petrolifera moderna. Negli anni’70 si riteneva che il petrolio sarebbe finito entro la fine del secolo scorso ma, come facilmente immaginabile, i fatti hanno smentito questa ipotesi, e la data di scadenza del petrolio è stata ulteriormente posticipata.

Questo perché le riserve accertate di “oro nero” sono quasi quintuplicate dal 1960: ciò è dovuto al progresso tecnico nelle perforazioni tradizionali e allo sviluppo di nuove tecniche, come il fracking, che ha permesso di raggiungere nuovi giacimenti di petrolio prima inavvicinabili.

Tuttavia, anche queste nuove tecniche hanno un loro impatto che va considerato: il fracking, per esempio, consiste nell’iniezione di acqua, sabbia e sostanze chimiche nella roccia con l’obiettivo di spaccarle, così da poter estrarre il petrolio. Durante questo processo, possono verificarsi contaminazioni di sostanze tossiche delle falde acquifere o del suolo. Inoltre, sono state studiate correlazioni tra fracking e i terremoti.

Il petrolio in Italia

Da alcuni anni, i prodotti petroliferi hanno lasciato il primo posto nella classifica delle fonti di energia maggiormente usate dagli italiani, sostituito dal gas naturale. Il petrolio, infatti, nel 2021 ha soddisfatto il 35% del fabbisogno nazionale, il metano il 39%.

La necessità di una transizione verso fonti di energia più sostenibili ha stimolato la crescita delle fonti rinnovabili, che hanno raggiunto il 19%. Il nostro Paese resta però fortemente dipendente dall’estero: nel 2021, più di tre quarti della domanda di energia in Italia è stata soddisfatto da import dall'estero di combustibili fossili (petrolio, gas e carbone) e meno di un quarto da produzione nazionale nazionale (principalmente rinnovabili).

Il 2022 è stato caratterizzato dal calo di intensità energetica dell’economia italiana: -7%. Secondo Italy for Climate, la riduzione dei consumi primari di energia ha riguardato soprattutto il gas (-6 Mtep) e le rinnovabili (-3 Mtep) a causa del crollo dell’idroelettrico. Sono invece aumentati i consumi di carbone (+2,6 Mtep) e i consumi di petrolio.

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