Energia, che cosa sono i prezzi zonali?

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Che cosa sono i prezzi zonali dell'energia?
Che cosa sono i prezzi zonali dell'energia?

Il DL Energia fissa al primo gennaio 2025 il passaggio dal PUN al Prezzo Zonale, per determinare i prezzi che verranno applicati ai clienti finali per la materia prima energia: che cosa sono e che cosa cambierà per i consumatori?

Energia: dal PUN ai Prezzi Zonali

Il DL Energia ha introdotto un’importante novità per il mercato energetico: dal primo gennaio 2025, i prezzi di mercato per i clienti finali non saranno più basati sul Prezzo unico nazionale ma dai Prezzi Zonali.

Il passaggio dal PUN ai Prezzi Zonali era in realtà già previsto D.Lgs. n. 210/2021, ma con l’articolo 19 comma 4-ter del DL Energia, recentemente approvato, viene stabilito un cronoprogramma indicando il 25 gennaio come la data in cui dare il via a questo importante cambiamento dei mercati energetici.

Con decreto del Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, sentita l'ARERA, sono stabiliti le condizioni e i criteri per l'applicazione ai clienti finali, a decorrere dal 1° gennaio 2025, di prezzi zonali definiti in base agli andamenti del mercato all'ingrosso dell'energia elettrica.

Articolo 19, comma 4-terD.L. 9 DICEMBRE 2023, N. 181

PUN e Prezzi zonali: qual è la differenza?

Innanzitutto, prima di addentrarci sulla differenza tra PUN e prezzi zonali, è bene chiarire che cos’è il PUN e in che modo viene definitivo.

PUN: che cos’è?

PUN, acronimo di Prezzo Unico Nazionale, indica il valore medio del costo dell'energia elettrica su scala nazionale, calcolato per ciascuna ora e ogni giorno. Questo dato rappresenta una media ponderata dei prezzi che si formano nelle diverse regioni d'Italia e nelle diverse fasce orarie.

Dunque, Il PUN non è altro che il costo all'ingrosso dell'energia elettrica sul mercato gestito dalla Borsa Elettrica Italiana. Questo indicatore, soggetto ad aggiornamenti mensili, svolge un ruolo fondamentale nel determinare il costo complessivo dell'energia che viene applicato alle bollette dei consumatori finali che hanno sottoscritto offerte con prezzo indicizzato. Infatti, le aziende fornitrici di energia si basano proprio sui movimenti dell’indice PUN per calcolare il costo della materia prima da applicare al cliente finale.

Ciò significa che su tutto il territorio nazionale, il costo della materia prima energia viene calcolato senza tenere conto delle differenze regionali legate alla produzione e al consumo di energia elettrica.

Che cos’è il prezzo zonale?

Secondo la definizione di GME (Gestore Mercati Energetici), con prezzo zonale si indica il prezzo di equilibrio in ciascuna zona geografica.

Con il passaggio dal PUN ai prezzi zonali, dunque, sarà proprio questo aspetto a cambiare: il prezzo con cui verrà calcolato il costo della materia prima energia non sarà più uniforme su tutto il territorio nazionale, ma varierà in base alla zona, esprimendo in modo più preciso le dinamiche locali di produzione, distribuzione e consumo.

Si tratta di un passaggio davvero significativo, soprattutto perché permetterà di tenere maggiormente in considerazione il peso delle fonti rinnovabili nel mix energetico. Questo potrebbe tradursi in prezzi dell’energia all’ingrosso più bassi rispetto al PUN nazionale, rappresentando un ulteriore incentivo a investire in impianti di energia rinnovabile, visto che i prezzi saranno sempre maggiormente proporzionati alla quantità di produzione di energia presente sul territorio.

  • Quali sono le zone geografiche definite da GME?
  • Centro Nord Toscana, Marche
  • Centro Sud Lazio, Abruzzo, Campania, Umbria
  • Nord Val D'Aosta, Piemonte, Liguria, Lombardia, Trentino, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna
  • Sardegna
  • Sicilia
  • Sud Molise, Puglia, Basilicata
  • Calabria

Compensazione dei costi

Come abbiamo detto, il graduale passaggio dal PUN a un sistema basato sulle tariffe zonali è fissato per il primo gennaio 2025, ma la legislazione prevede comunque la definizione di un prezzo di riferimento, in continuità con il PUN, a opera del GME. E proprio questo prezzo di riferimento sarà il parametro utilizzato nel sistema di compensazione introdotto dalla normativa, per tutelare i clienti finali nel caso dovesse verificarsi un eventuale differenziale tra prezzo di riferimento e prezzo zonale.

L’articolo 19 comma 4-ter prevede l’introduzione di un meccanismo di perequazione tra i clienti finali, a carattere temporaneo, che tenga conto del contributo alla flessibilità e all'efficienza del sistema nonché delle esigenze di promozione della concorrenza nel mercato, a compensazione dell'eventuale differenziale tra il prezzo zonale e un prezzo di riferimento calcolato dal GME in continuità con il calcolo del prezzo unico nazionale.

In ogni caso, il superamento del PUN è previsto anche considerando l'attuale scenario, che vede sempre di più l'assottigliarsi del divario di prezzo dell'energia tra le diverse zone italiane. Se, infatti, il PUN era stato scelto proprio per evitare di gravare eccessivamente sui consumatori del Sud e delle Isole, prevedendo in queste zone prezzi più alti (che in effetti si sono verificati), con il passare degli anni la differenza si è notevolmente attenuata. Inoltre, nei prossimi anni sono previsti significativi aumenti delle installazioni di impianti rinnovabili in questi territori, e ciò contribuirà ulteriormente al contenimento dei costi. 

Come cambia il mercato energetico: le MTU quartorarie

Il passaggio da un sistema basato sul PUN a quello sui prezzi zonali non sarà l’unico cambiamento che interesserà i mercati energetici nel 2025. Infatti, il TIDE - Testo Integrato Dispacciamento Energia - prevede anche il passaggio da una market time unit (MTU) di 1 ora ad una di 15 minuti.

Che cos’è la market time unit (MTU)?

Per market time unit si intende l’unità di tempo minima rilevante per i mercati dell’energia elettrica, sia day-ahead che infragiornalieri.

Insomma, in parole semplici: a partire dal primo gennaio 2025, l'intero mercato elettrico dovrà adattarsi a una nuova suddivisione oraria, rendendo quartorari i prezzi zonali e il PUN. Anche questo cambiamento può essere letto in coerenza con un previsto sviluppo delle fonti rinnovabili non programmabili, visto che utilizzare intervalli più brevi consente una definizione più precisa del profilo di generazione delle fonti rinnovabili, adattandosi alle previsioni meteorologiche ogni 15 minuti. Con impatti favorevoli sui costi complessivi di bilanciamento del sistema energetico.

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