Spagna e Portogallo al buio: i perché del blackout. Accadrà anche in Italia?
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Il 28 aprile 2025 passerà alla storia come il giorno del grande blackout in Spagna e Portogallo. Mentre i due Paesi cercano di riprendersi dai danni causati dalla mancanza di elettricità, ci si interroga sulle cause del guasto, tra le quali potrebbe rientrare la vibrazione atmosferica indotta.
Quello vissuto da Spagna e Portogallo è uno scenario da film catastrofico hollywoodiano. Purtroppo, il blackout che ha investito la penisola iberica, causando anche la morte di più persone, è una realtà di cui si sa ancora poco.
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Le tappe del maxi blackout della penisola iberica
Ripercorriamo gli eventi che hanno portato al blackout di Spagna e Portogallo secondo la ricostruzione fornita da Red Electrica, società che gestisce l’infrastruttura energetica iberica. In una conferenza stampa, il direttore dei servizi operativi Eduardo Prieto ha fatto luce sulle varie tappe che hanno portato all’accaduto:
- alle 12:33 del 28 aprile 2025, la rete elettrica ha registrato un evento simile a una perdita di potenza;
- a seguito di questo primo episodio, la rete sembrava essersi stabilizzata e aver recuperato;
- 1,5 secondi dopo, è stata registrata una seconda perdita di potenza;
- nei 3,5 secondi successivi, la connessione energetica tra Spagna e Francia si è interrotta a causa dell'elevata instabilità;
- la rete è stata oggetto di una notevole perdita di potenza relativamente alle fonti rinnovabili;
- l’infrastruttura energetica è collassata.
In circa cinque secondi, quindi, Spagna e Portogallo sono piombate nel buio. Per tornare a una sorta di normalità, sono state necessarie diverse ore: in Portogallo, il gestore REN ha confermato alle 08:51 del 29 aprile che la situazione era sotto controllo; in Spagna, è andata però peggio: i telefoni hanno ricominciato a funzionare solo a partire dalle 10:09 del 29 aprile. Inoltre, la viabilità ferroviaria registrava ancora ritardi, con grande disagio per i cittadini.
Qual è stata la causa del blackout in Spagna e Portogallo?
Dopo aver ripercorso le tappe che hanno spento la luce su Madrid e Lisbona, è tempo di chiedersi come sia potuto avvenire un fatto simile. Le ipotesi al momento sono molteplici, alcune delle quali già scartate da fonti autorevoli. Vediamole insieme:
- 🖥️ attacco informatico – tra le prime cause del blackout era stato ipotizzato un attacco informatico. L’eventualità è stata definitivamente esclusa nella giornata del 29 aprile da Red Electrica, che ha confermato come non siano state registrate intrusioni nel sistema di sicurezza. Enisa, l’agenzia dell’Unione Europea per la sicurezza informatica, è dello stesso avviso;
- 🌩️ eventi meteo anomali – l’agenzia meteorologia statale spagnola, Aemet, sottolinea che lunedì non sono stati rilevati fenomeni atmosferici insoliti, o sbalzi di temperatura nelle reti di stazioni meteo. Pertanto, il blackout non sarebbe stato causato da condizioni meteorologiche fuori dall’ordinario, sebbene la variazione delle temperature potrebbe aver giocato un ruolo centrale nella vicenda;
- ⚛️ inaffidabilità di nucleare e rinnovabili – il primo ministro Pedro Sanchez, secondo dichiarazioni rilasciate all’agenzia Reuters, avrebbe escluso che il blackout sia stato causato da un eccesso di produzione di energie rinnovabili, o da un calo dell'energia nucleare.
L’ultimo punto merita più di qualche considerazione: Spagna e Portogallo, infatti, sono i due paesi che guidano in maniera più decisa la transizione energetica europea, con un uso di fonti rinnovabili particolarmente marcato. Ciò ha spinto più di un commentatore a dire che la causa del blackout è da ricercare nell'utilizzo fin troppo elevato di energia green. Secondo Michael Hogan, esperto energetico del think tank Regulatory Assistance Project, non è così. La luce venuta a mancare nella penisola iberica è un problema che riguarda la rete di trasmissione, non le fonti. In altre parole, sarebbe potuto accadere anche con i combustibili fossili, come peraltro successo a Londra nel 2003.
Il fatto che si impieghino tanto le rinnovabili mette la rete in condizione di stress, perché a differenza delle fonti di energia fossile, il solare e l’eolico hanno un livello di produzione intermittente. Ecco allora che il focus dovrebbe spostarsi sulla qualità delle reti, e sulla loro capacità di resistere a surplus produttivi, piuttosto che sulle fonti energetiche. Tra l’altro, la maggioranza degli operatori del mercato libero ormai propone tariffe green e attente all’ambiente. Scopri quali sono le migliori telefonando al numero 02 9475 5339 02 9475 5339prendendo un appuntamento.
Abbiamo capito come siamo arrivati al guasto e quale parte della catena di approvvigionamento – cioè la rete – è stata oggetto dell'intoppo. La causa? Potrebbe essere un fenomeno alquanto raro, chiamato vibrazione atmosferica indotta.
Cos’è la vibrazione atmosferica indotta?
Secondo quanto riferito dalla Red Electrica, la causa del blackout sarebbe da ricercare nel fenomeno della vibrazione atmosferica indotta.
Si tratta di un moto oscillatorio subito dai cavi ad alta tensione quando le condizioni atmosferiche cambiano repentinamente. Le linee elettriche da 400 kV sono tese e lunghe. Quando la temperatura cambia in modo relativamente rapido, il metallo si espande o contrae; questo movimento, combinato con le raffiche di vento, può causare vibrazioni che portano a elevata instabilità.
Secondo quanto riferito da REN, le oscillazioni avrebbero causato problemi di sincronizzazione tra i sistemi elettrici, con conseguenti perturbazioni lungo la rete. Stiamo parlando, quindi, di una coincidenza quantomeno infausta, che porta però a chiedersi quale sia lo stato delle reti energetiche nei vari Paesi europei, a partire dal nostro.
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Una cosa del genere potrebbe succedere in Italia?
Negli ultimi 20 anni, l’Italia ha adottato sistemi per gestire il rischio di interruzioni elettriche: tra questi rientrano lo stoccaggio centralizzato e la regolazione delle energie rinnovabili. Terna, società italiana operatrice delle reti di trasmissione dell’energia elettrica, prevede investimenti per 23 miliardi di euro nella rete nei prossimi dieci anni, al fine di migliorare l’infrastruttura e ridurre il rischio blackout. Rischio che, però, non può essere mai del tutto scongiurato.
Un ulteriore miglioramento dovrebbe derivare dalla maggiore integrazione tra le reti elettriche europee. Attualmente, Spagna e Portogallo sono fortemente interconnesse tra loro ma quasi isolate dal resto d’Europa, con pochi collegamenti al confine francese (peraltro subito saltati nel caso del blackout). Questo isolamento ha aumentato la vulnerabilità dei Paesi durante i fatti del 28 aprile scorso.
Un sistema europeo più interconnesso aiuterebbe a mantenere la rete stabile e a prevenire blackout diffusi. Certo, non si tratta di misure a costo zero: la commissione UE stima in 584 miliardi di euro gli investimenti necessari per ammodernare le infrastrutture. Considerati i danni e le tragiche conseguenze (di diversi casi) dovute al blackout elettrico, però, appaiono spese più che giustificate.
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