Stop Gas e Carbone Russo: quali sono i possibili scenari?


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L'accentuazione del conflitto russo-ucraino negli ultimi giorni, con maggiori episodi di escalation militare, pone ancora di più l'Europa a riflettere sulle prossime mosse da seguire su eventuali sanzioni nei confronti della Russia. Tra queste, in forma sempre più concreta, si paventa la possibilità di introdurre lo stop all'importazione di gas e petrolio dalla Russia.
Ma quali sono le conseguenze per l'economia italiana di una possibile chiusura sul fronte energetico con la Russia? Lo stesso governo italiano, attraverso il DEF - Documento Economia e Finanza 2022 - descrive due diversi scenari che possiamo definire come scenario ottimista e scenario pessimista.
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Blocco delle importazioni del carbone russo
Mentre l'Unione europea si sta muovendo per decidere quali saranno le prossime sanzioni da adottare nei confronti della Federazione Russa, all'inizio del mese di aprile 2022 ha approvato un nuovo pacchetto di sanzioni, il quinto dall'inizio della guerra, che riguarda la sospensione delle importazioni di carbone dalla Russia entro quattro mesi. Si tratta di un provvedimento da un lato simbolico in quanto è la prima sanzione legata al fronte energetico ma allo stesso tempo "debole" poiché il carbone importato non ha lo stesso ruolo strategico che ricopre il gas o il petrolio. Anche se per fronteggiare la crisi energetica, l'esecutivo guidato da Mario Draghi ha proposto la riapertura delle sette centrali a carbone:
- La Spezia, Liguria;
- Fiume Santo e Portoscuro, Sardegna;
- Fusina, Veneto;
- Monfalcone, Friuli-Venezia Giulia;
- Torrevaldaliga, Lazio;
- Brindisi, Puglia.
Ciò nonostante, la Russia è il più grande fornitore di carbone per i paesi dell'Unione europea: soltanto nel 2020 il 53% del carbone importato nei confini europei proveniva dalla Russia. Secondo la Commissione Europea, in totale i paesi europei versano alla Russia ogni anno circa 4 miliardi di euro per acquistare carbone. Ma come ben noto, il carbone è un combustibile fossile inquinante, infatti nel corso degli anni, l'Europa ha limitato il suo consumo: dai quasi 400 milioni di tonnellate all'anno nel 1990 ai 136 milioni del 2020. Tra i principali partner alternativi alla Russia per il carbone, spiccano l'Australia, l'Indonesia, Sudafrica. Di conseguenza per la questione dei trasporti, il prezzo del carbone potrebbe risentire di un ulteriore aumento.
Nel grafico a torta i principali produttori di carbone nel mondo secondo AIE - Agenzia Internazionale Energia - nel 2017.
Stop gas russo: scenario ottimista
Il DEF - Documento Economia e Finanza - è il documento rilasciato dal Ministero dell'Economia e delle Finanze che definisce la cornice economica e finanziaria e gli obiettivi di finanza pubblica per il prossimo triennio. Il documento approvato dal Consiglio dei Ministri e attualmente trasmesso in sede parlamentare paventa due possibili scenari in merito allo stop del gas russo.
Il primo scenario ipotizza uno scenario positivo grazie all'importazione del gas GNL e un eventuale incremento delle importazioni dai gasdotti meridionali. Infatti è notizia di pochi giorni l'accordo siglato tra l'Algeria e l'Italia per l'aumento dell'importazione di gas fino a 9 miliardi di metri cubi in più all'anno. Inoltre prevede, inizialmente modesto, ma crescente nel tempo, una maggiore produzione nazionale del gas naturale: come previsto dal piano PITESAI. Dall'altra parte il GNL (Gas naturale liquefatto) importato dagli Stati Uniti, all'indomani del conflitto russo-ucraino, viene identificato come una valida alternativa alle importazioni russe di gas. Il GNL, fondamentalmente, non differisce dal gas naturale esportato dalla Russia. Anche se il GNL è più costoso dato che richiede serbatoi criogenici a -160° per il trasporto.
Gasdotto | Paese Esportatore | Geolocalizzazione impianto |
---|---|---|
TAG | Russia | l'impianto dedicato è quello Tarvisio, in Friuli-Venezia Giulia; |
TRANSMED | Algeria | impianto siciliano di Mazara del Vallo; |
GREENSTREAM | Libia | impianto di Gela; |
TAP | Azerbaijan | l'impianto attracca in Puglia, attraversando Albania e Grecia; |
TRANSITGAS | Norvegia - Olanda | collegato alla rete nazionale a Passo Gries in Piemonte. |
Fonte: Snam
Si tratta, infatti, dello stesso idrocarburo fossile (per il 90% è metano) sottoposto, però, ad un processo aggiuntivo: quello della liquefazione per l’appunto. Di conseguenza giunto a destinazione, il gas allo stato liquido va riscaldato e rigassificato in appositi terminal che tutti i principali paesi europei stanno costruendo. Infatti il principale limite del GNL è la difficoltà attuale nei processi di stoccaggio. In aggiunta a tutto ciò, i processi di liquefazione, trasporto e rigassificazione, comportano una grandi quantità di emissioni di CO2. Si stima che si tratta di due volte e mezzo maggiori rispetto a quelle emesse dal gas che arriva via gasdotto.
Stop gas russo: scenario negativo
Il secondo scenario, invece, pur accelerando le diversificazioni energetiche mostra come l'Italia non riesca a compensare gli approvvigionamenti e si trovi davanti a una carenza di gas. A causa di questa carenza, il prezzo sul mercato all'ingrosso nazionale del gas (PSV), che a fine marzo 2022 trattava a circa 100€/MWh, seguirebbe un sentiero più elevato rispetto agli attuali prezzi, portandosi in media al di sopra di 200€/MWh del periodo novembre 2022-febbraio 2023 (contro una media di 90,8 €/MWh nel periodo novembre 2021-febbraio 2022). Il gas metano in quanto fonte principale per la produzione di energia elettrica, con l'aumento del suo prezzo sulla borsa nazionale trascina con sé anche l'aumento del prezzo dell'energia elettrica.
Mese | Indice Luce €/kWh (Monorario) | Indice Gas €/Smc |
---|---|---|
Gennaio 21 | 0,060 | 0,210 |
Febbraio 21 | 0,056 | 0,191 |
Marzo 21 | 0,060 | 0,192 |
Aprile 21 | 0,069 | 0,226 |
Maggio 21 | 0,069 | 0,267 |
Giugno 21 | 0,084 | 0,297 |
Luglio 21 | 0,102 | 0,373 |
Agosto 21 | 0,112 | 0,447 |
Settembre 21 | 0,159 | 0,666 |
Ottobre 21 | 0,218 | 0,951 |
Novembre 21 | 0,226 | 0,861 |
Dicembre 21 | 0,281 | 1,214 |
Gennaio 22 | 0,225 | 0,920 |
Febbraio 22 | 0,212 | 0,872 |
Marzo 22 | 0,308 | 1,355 |
Aprile 22 | 0,245 | 1,072 |
Maggio 22 | 0,230 | 0,961 |
Giugno 22 | 0,271 | 1,098 |
Luglio 22 | 0,441 | 1,829 |
Agosto 22 | 0,543 | 2,487 |
Settembre 2022 | 0,429 | 1,962 |
Ottobre 2022 | 0,211 | 0,835 |
Novembre 2022 | 0,244 | 0,975 |
Dicembre 2022 | 0,294 | 1,247 |
Gennaio 2023 | 0,174 | 0,731 |
Febbraio 2023 | 0,161 | 0,608 |
Fonte: dati del Gestore dei Mercati Energetici (GME) e ARERA.it
Per l'elettricità, nel periodo fra novembre 2022 e febbraio 2023, il prezzo di riferimento PUN sarebbe pari a 379 €/MWh, contro il livello attuale di circa 250 €/MWh. In altri termini, il prezzo del gas salirebbe del 37% nel 2022 e del 69% nel 2023. Per l'elettricità invece si registrerebbe un +30% per il 2022 e un +58% per quello successivo. Anche la Banca d'Italia prospetta uno scenario catastrofico a fronte di eventuale stop del gas russo: la sanzione si tradurrebbe in una netta riduzione della produzione di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata e in strozzature per le attività ad alta intensità energetica. Con un effetto a cascata su produzione, occupazione, redditi, consumi pubblici, privati, investimenti.