Europa dipendenza gas russo: abbassare di 3 gradi il riscaldamento aiuterà il continente europeo?

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Quanto l’Europa è dipendente dal gas russo? Tutte le informazioni sull’argomento!

La dipendenza dell'Unione europea dal gas russo porta a numerose complicazioni, prima tra tutte il contributo indiretto allo sforzo bellico in Ucraina. Tuttavia moltissimi esperti affermano che ridurre di 3 gradi la temperatura di casa e delle fabbriche o edifici pubblici potrebbe aiutare l'Europa nel divenire più indipendente dal gas della Russia. Questo è vero? L'Unione europea sarebbe in grado di tagliare così notevolmente le importazioni di gas dalla Russia?

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Quanto gas importa l’Europa dalla Russia?

Secondo le proiezioni più recenti, aggiornati alla fine del 2021, mostrano come l'Europa sia dipendente dall'importazione di gas russo per circa il 40% dei consumi. In realtà questo dato è generico e non corrisponde esattamente alla situazione di molti paesi del continente.

Anzi, Stati europei come la Slovacchia, la Lettonia, la Repubblica Ceca sono dipendenti esclusivamente dalla Russia, con percentuali che sfiorano il 100%. Al contrario molti altri Stati hanno ridotto questa dipendenza, come l'Italia e la Germania che sono tra i paesi che si riforniscono dalla Russia per quasi la metà del gas utilizzato. Infine la Spagna è il Paese che in minor percentuale dipende dalla Russia, avendo prediletto fornitori come gli Stati Uniti e l'Algeria. Dalle indagini Eurostat si possono individuare queste percentuali:

Fonte: Eurostat

Questi numeri fanno pensare che la vicenda tra Ucraina e Russia possa interessare solo alcuni stati europei. In realtà i mercati sono interconnessi e l'aumento dei prezzi dopo la guerra è una conseguenza valida in tutta Europa, anche nei Paesi meno dipendenti dalla Russia.

Quanto dipende l’Italia dal gas russo?

In questo panorama, l'Italia è sicuramente uno dei paesi in Europa che importa maggiormente il gas che consuma. I dati del 2021 dimostrano che dall'estero viene importato circa il 95,6% del fabbisogno di gas nazionale. Ovvero che vengono acquistati circa 72,75 miliardi di metri cubi di gas naturale.

Di queste percentuali il gas proveniente dalla Russia è stato del 39,8% solo nel 2021. Questa percentuale è stata persino più alta in passato, infatti nel 2015 la percentuale registrata era del 44%. Nel complesso i fornitori di gas per l'Italia nel 2021 sono stati:

Importazione gas in Italia 2021
Fornitore Totale Milioni di Metri Cubi Importazione gas in Italia %
Federazione Russa 28.988 39,8%
Algeria 22.584 31,05%
Olanda 312 0,43%
Libia 3.231 4,44%
Norvegia 1.937 2,66%
Qatar 6.877 9,46%
Croazia 19 0,03%
Nigeria 456 0,63%
Stati Uniti D'America 806 1,11%
Egitto 184 0,25%
Francia 32 0,04%
Spagna 88 0,12%
Azerbaijan 7.214 9,92%

Fonte: Ministero della Transizione Ecologica 2021

Cosa poter fare per diminuire la dipendenza dalla Russia?

La diplomazia e le sanzioni non possono portare a una minore dipendenza nei confronti del gas russo. Per questo motivo sono molti gli studi e le ipotesi che la Commissione europea e le autorità stanno vagliando al fine di prevenire problematiche per il prossimo inverno.

Tra le soluzioni ipotizzate c’è quella di ridurre il riscaldamento di 3 gradi in tutta Europa. In questo modo sarebbe possibile ottenere almeno il 21% di risparmio energetico. Difatti il consumo di gas naturale da parte dei 28 paesi nell'UE è di 4.791.387 TJ (terajoule) e il 75% del gas utilizzato viene impiegato per il riscaldamento di casa.

Questi due aspetti hanno portato più esperti a considerare l’ipotesi di diminuire la temperature del riscaldamento. In particolare con un calo di 3 gradi negli immobili si otterrebbe almeno il 21% di risparmio energetico e si risolverebbe quindi l'11,6% del problema della dipendenza dell'Europa dal gas russo.

Il taglio, applicato alle industrie come agli ambienti domestici, porterebbe a un alleggerimento per l’Europa della dipendenza dalla Russia. Certamente questa soluzione potrebbe non essere definitiva, in quanto sarà comunque necessario procedere con una diversificazione delle risorse, però può aiutare nel breve termine a soddisfare il fabbisogno europeo del prossimo inverno.

Diminuire di 3 gradi il riscaldamento dell’Europa può risolvere la problematica?

Ridurre di 3 gradi il riscaldamento di case, uffici e scuole non risolverebbe la dipendenza europea dal gas russo, però sicuramente questo provvedimento potrebbe contribuire in modo significativo alla sua fine.

Per poterlo fare è indispensabile che questo sforzo sia combinato ad altre operazioni. Tra queste ad esempio il rafforzamento delle importazioni da parte di altri paesi (ad esempio Stati Uniti, Algeria o Qatar) e l'investimento nelle energie rinnovabili come fonte per il futuro. Perciò l’obiettivo è anche di portare i singoli paesi a diventare produttori di energia.

Certamente questa soluzione porterebbe a un notevole calo del comfort per la popolazione europea. Un cambiamento così radicale richiede uno sforzo notevole, non solo dalla popolazione bensì persino da chi dovrebbe gestire e monitorare questa operazione.

La direzione dell’Unione europea: il Piano Repower

Le autorità europee sono ancora in fase di studio di tutte le possibili soluzioni. Tra i provvedimenti al momento più avanzati c'è senza dubbio il Piano Repower EU che ha come obiettivo diminuire la pressione della Russia sul mercato energetico europeo.

Alla base di questa soluzione sono presenti più punti chiave, che hanno lo stesso obiettivo: ridurre le importazioni dalla Russia, rendendo l'Europa più indipendente e bloccare il contributo finanziario indiretto alla guerra in Ucraina. Alla base di questa strategia ci sarebbe:

  • La diversificazione di fonti e paesi di approvvigionamento. Quindi non solo importazioni da Paesi alternativi alla Russia bensì anche investimenti in nuove fonti, come le rinnovabili con eolico e fotovoltaico in tutta Europa.
  • L'importazione di energia green, come il biometano o l'idrogeno rinnovabile;
  • Una piattaforma europea congiunta per lo stoccaggio del gas, in modo da aiutare gli Stati con minori potenziali di immagazzinamento e stoccaggio.
  • La previsione per il prossimo inverno di una maggiore quantità di aree di stoccaggio, così da avere una scorta per il gas;
  • La proposta di aiuti di Stato alle imprese, che sono i soggetti che stanno subendo maggiormente il rincaro del costo del gas, così come quello del petrolio.

Sicuramente questa emergenza consente all’Unione europea di fare un balzo verso il futuro, in particolare per le risorse energetiche rinnovabili. Questa situazione precaria ha mostrato come queste fonti siano le più convenienti non solo perché ecologiche bensì anche in quanto consentono maggiore indipendenza.

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