Come preparare il consumatore al mercato libero? L'intervista a Carlo De Masi (Adiconsum)

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Abbiamo intervistato Carlo De Masi, presidente Adiconsum nazionale. A luglio 2020 è previsto il superamento del mercato di maggior tutela. Come preparare il consumatore al mercato libero? Scopriamolo insieme.

Carlo De Masi, l'intervista di Selectra.net

Secondo l’ISTAT, nel nostro Paese sta crescendo la “povertà energetica”. Il recente aumento delle tariffe per l’elettricità e il gas naturale ha aggravato la situazione. Quale potrebbe essere una soluzione per i consumatori italiani?

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Nel nostro Paese per contrastare questo problema esiste il bonus sociale, purtroppo oggi solo una piccola minoranza accede a questo bonus. Quindi, noi pensiamo che la prima cosa da fare sia quella di semplificare l’accesso al bonus, di adeguarlo anche nelle entità e soprattutto di renderlo automatico, ovviamente conoscendo l’ISEE delle famiglie e facendo dei controlli. L’altra proposta di Adiconsum, per aiutare le famiglie in condizioni di povertà energetica   − secondo l’ISTAT sono 9 milioni di persone − è quella di istituire un fondo sociale da finanziare con le giacenze di fine anno della bolletta, gli arrotondamenti di centesimi di euro in bolletta e attraverso la creazione di una sorta di banco dell’energia (chi può paga per chi è in difficoltà).

La spesa per gli oneri di sistema pesa un quarto del totale della bolletta. Secondo lei rappresenta un problema per le famiglie italiane?

Assolutamente sì. Questo è un tema molto sentito e questa spesa grava appunto per un quarto sulla bolletta. Io credo che riguardo al tema di politica energetica del Paese, dovremmo rivedere la struttura tariffaria della bolletta elettrica, destinando le varie voci dove le risorse servono di più. Il costo per gli oneri di sistema non è dovuto alla commodity o alle spese per il trasporto e la gestione del contatore ma sono tutti oneri aggiuntivi di varia natura che dovrebbero essere resi trasparenti sulla bolletta e che necessitano una riconsiderazione sia nella parte strutturale che nella loro collocazione in bolletta. Quindi, bisognerebbe spostare gli oneri di sistema, a seconda della loro natura, sulla fiscalità generale. Noi di Adiconsum abbiamo realizzato una proposta di riforma strutturale che sottoporremo al Governo nell’audizione già programmata per il prossimo 21 novembre.

Il presidente ARERA Besseghini, in una recente intervista a Radio24, ha affermato che negli ultimi tempi il mercato libero sta esprimendo performance migliori rispetto al tutelato. A oggi lei pensa che ai consumatori convenga scegliere il mercato libero?

Adesso c’è una leggere inversione di tendenza. Il mercato è libero dal 2009 ma purtroppo solo un terzo dei 30 milioni di consumatori è passato dal mercato tutelato al mercato libero. 17 milioni di famiglie e 3 milioni di piccole-medie imprese, nonostante queste performance migliori che si registrano, ancora si trovano nel tutelato e devono essere accompagnate nel passaggio al libero. È stato posticipato al 2020 il passaggio definitivo al libero mercato dell’energia, ma dobbiamo assicurarci che il processo di transizione al mercato libero vada avanti perché ancora non è chiaro da parte del Governo, soprattutto da parte del M5S, se il mercato tutelato terminerà. In primo luogo, noi, come associazione dei consumatori, vorremmo sapere cosa succede a chi non sceglie di passare al mercato libero. In secondo luogo, bisogna anche ridurre il numero di operatori che vogliono entrare nel mercato perché ce ne sono oltre 600 qualificati sul sito dell’ARERA, un numero elevato. Inoltre, alcuni di questi già sono in situazioni di default. Bisogna assicurare la presenza sul mercato solo di operatori con garanzie di solvibilità. Per farlo, ad esempio, si potrebbero fare delle fideiussioni bancarie/assicurative che siano rapportate ai volumi di clienti che man mano un operatore acquisisce.

A luglio 2020 è previsto il superamento del mercato di maggior tutela. Come preparare il consumatore al mercato libero?

Innanzitutto, bisogna mandare avanti una campagna informativa/formativa istituzionale e non, dove dovrebbero essere coinvolte le associazioni dei consumatori. Poi, bisognerebbe diffondere una cultura energetica ambientale perché oltre alla vendita di energia ci saranno altri servizi che saranno offerti al consumatore legati all’efficienza energetica, alla mobilità elettrica, alla rigenerazione edilizia, ecc… Un consumatore deve conoscere i propri dati per poter fare una scelta consapevole, ma queste informazioni devono essere ben protette. Infine, dobbiamo occuparci anche del tema dell’energia rinnovabile, dove il consumatore potrebbe costruire dei mini impianti in casa e quindi diventare prosumer. Ecco, questa nuova figura andrebbe regolamentata. Concludendo, bisognerebbe informare le famiglie affinché effettuino una scelta consapevole.

Nel nostro Paese c’è ancora tanta disinformazione e a volte il consumatore si ritrova spaesato. Pensa che, così come avviene all’estero, i consumatori possano trarre vantaggio dai gruppi di acquisto collettivi di energia e gas?

Io credo che i gruppi di acquisto rappresentino il futuro. Se mettiamo insieme più consumatori, aumenta la potenzialità della domanda e si possono sfruttare prezzi migliori. Diciamo che i consumatori sono meglio tutelati, perché grazie al gruppo e all’unione ci saranno maggiori tutele. Questo può essere il futuro ma va disciplinato dall’Autorità per l’Energia in maniera che possa essere fruibile.

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