Censimento Infratel Banda Ultralarga: a che punto siamo in Italia?
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Infratel, già da marzo di quest’anno, ha effettuato una propria mappatura delle Aree Grigie e Aree Nere italiane al fine di classificare la copertura del territorio per quanto concerne la banda ultra larga (ultra broadband). Il risultato ottenuto da questo “censimento” è abbastanza deludente. Vediamo i numeri presentati da Infratel e le prospettive di sviluppo infrastrutturale nel 2020 e 2021.
- In pillole
- Infratel presenta la situazione della copertura banda ultralarga. Gli operatori hanno ancora molto da fare per aumentare la copertura internet del territorio.
- Aree nere e aree grigie sono le zone in cui gli operatori sono finora intervenuti con i propri programmi di implementazione infrastrutturale o hanno interesse a farlo entro i prossimi tre anni.
Il Censimento Infratel
Nell’ultimo documento stilato da Infratel, azienda in house del Ministero dello Sviluppo Economico deputata alle infrastrutture TLC, leggiamo:
[...]La copertura di rete realizzata al 2018 è stata inferiore a quanto dichiarato nelle consultazioni precedenti, la copertura complessiva a fine 2018 è pari al 78% di quella prevista nella consultazione del 2015“
Infratel, inoltre, sottolinea che, a fine 2018, più di 3,2 milioni di civici italiani risultavano ancora non coperti dalla banda ultralarga. Il censimento è iniziato il 18 Gennaio e si è concluso il 15 Maggio 2019. In questo lasso di tempo, i gestori sono stati interpellati in merito alla copertura di zone grigie e nere.
Da questo report emerge che sono stati analizzati 4250 comuni italiani con oltre 18,8 milioni di indirizzi fisici e per un campione di oltre 25,8 milioni di case. Il risultato di tale approfondimento è che, per quasi il 33% dei civici analizzati, è presente una connessione con una copertura superiore a 100 Mbit. Questa sarà certamente la porzione di utenza potenzialmente soggetta ad ulteriori upgrade dell'infrastruttura fino a 1 Gbit per secondo.
Aree nere e grigie: perché censire?
Infratel ha classificato le zone in aree nere e grigie, che si distinguono dalle aree bianche, zone difficili o troppo costose da raggiungere con le nuove tecnologie in Fibra.
Aree nere e grigie: cosa sono? Tali zone sono rappresentative di quelle porzioni di suolo in cui gli operatori hanno fornito copertura con mezzi e infrastrutture proprie o, in alternativa, hanno valutato positivamente di intervenire in tali aree nei successivi 3 anni.
Grazie a questa “fotografia” del Paese, si potrà prevedere eventuali nuovi interventi statali per la Strategia Italiana per la Banda Ultralarga in modo da poter pianificare un’ulteriore implementazione della rete. Ricordiamo che i restanti 12 milioni di indirizzi civici, sparsi in più di 6700 comuni italiani sono sotto interventi pubblici nelle “aree bianche”.
Broadband: ancora molto da fare
I risultati evidenziano una situazione singolare. Ciò perché entro fine 2019, il 54% dei civici sarà coperto in VDSL con velocità superiore a 100 Mbit/s, ma per la medesima velocità in fibra ottica la copertura non supererà un 18% del campione, mentre per la soluzione mista FWA (fibra-radio), offerta ad esempio da operatori come Linkem, Iren e Eolo, la copertura sarà addirittura all’11%.
Per il 2020 e 2021, la situazione prevista cambierà di pochissimo a vantaggio di fibra ottica e FWA, con incrementi nell’ordine di 2 punti percentuali e con un contestuale decremento della VDSL. Da tali dati, deduciamo quindi che la miglioria riguarderà upgrade delle reti già “veloci”.