Ciao! Usiamo cookie tecnici necessari per il corretto funzionamento del sito, nonché cookie di "profilazione". Clicca su OK per fornire il tuo consenso.
Maggiori informazioni e rivedi le tue opzioni.
Gestisci i Cookie
Utilizziamo i cookie per fornire i nostri servizi e, se acconsenti, a fini di analisi per migliorare i nostri servizi e fornire annunci personalizzati. Continuando la navigazione accetti l'utilizzo dei cookie.
Necessario per fornire le funzioni di base del sito web come la navigazione della pagina.
Questi cookie ci permettono di studiare come gli utenti navigano sul sito. Raccogliamo solo dati anonimi.
Cookie utilizzati per scopi di marketing e pubblicità
Coronavirus: le ricadute energetiche sul prezzo del petrolio e del gas
Difenditi dal caro bollette e risparmia oltre 96 € all'anno!
Servizio gratuito e attivo dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 21 e il sabato dalle 9 alle 19.
Giorno dopo giorno, proseguono, incessantemente, gli sviluppi sull'evoluzione del coronavirus: con un ritmo sempre più calzante aumenta la conta dei nuovi contagi, dei decessi e delle guarigioni.
Se da un lato i numeri del virus cambiano di minuto in minuto, dall'altro emergono le prime conseguenze in merito a tutte le ricadute economiche-energetiche a seguito della epidemia.
Cosa succede se si ferma la fabbrica del mondo?
Come è nota, la Repubblica Popolare Cinese, focolaio del contagio, è il più popoloso paese al mondo ed ha avviato un inarrestabile processo di trasformazione fino a diventare il centro mondiale della produzione. Non a caso, la Cina è stata ribattezzata come la fabbrica del mondo, soprattutto in virtù del fatto che utilizza carbone per il 70% del suo fabbisogno energetico.
La definizione è dovuto anche dal consumo e dal modello insostenibile inaugurato. Quindi le conseguenze del Coronavirus stanno dimostrando le incredibili ricadute che ha il settore energetico mondiale nel momento in cui la Cina subisce una paralisi: principale importatore al mondo di gas e petrolio.
Rimani aggiornato!Se questo genere di notizie ti interessano non perdetene una! Unisciti al nostro canale Telegram per ricevere news, offerte e consigli degli esperti del mercato luce e gas.
Petrolio: prezzo in calo del 20% da inizio anno
La Cina, quindi,ha ridotto drasticamente le attività delle sue raffinerie e ha visto crollare la domanda di greggio di fronte al confinamento anti-coronavirus di fatto imposto a molte città cinesi. A pagare il prezzo più grande potrebbero essere i paesi del golfo persico (Bahrein, Kuwait, Oman, Qatar, Arabia Saudita ed Emirati Arabi) che si trovano ora ad affrontare il blocco dell'export verso la Cina, che da sola assorbe un quinto della loro produzione petrolifera.
Chi favorirà il calo del prezzo del petrolio?Infatti, nel Golfo, le entrate dipendono per oltre il 70% dall'oro nero. Secondo l'istituto di ricerca, l'Axios: il Brent galleggerà probabilmente su quota 55 dollari al barile fino a quando persisterà l’incertezza sul coronavirus. Nel frattempo il calo del prezzo del petrolio favorirà tutti quei paesi energivori privi di risorse proprie.
Intanto il Comitato tecnico congiunto dell'Opec - che riunisce i tredici membri dell'Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio e i dieci partner produttori, tra cui la Russia - per arginare le conseguenze della nuova emergenza ha raccomandato di estendere i tagli alla produzione di 600.000 barili al giorno per spingere nuovamente i prezzi in alto.
Mercato del Gas Naturale Liquefatto
Oltre al petrolio, anche il gas naturale liquefatto è ulteriormente minacciato dai consumi cinesi scesi a picco a causa della chiusura di innumerevoli fabbriche che rappresentano il grosso dei consumi di GNL importato.
China National Offshore Oil Corp
La China National Offshore Oil Corp (Cnooc), il più grande importatore di gas naturale liquefatto, ha fatto ricorso alla force majeure, uno scudo legale che solleva un soggetto da responsabilità qualora non rispetti un contratto per cause "impossibili da controllare".
In questo modo, a causa, del virus, che ha paralizzato intere province, sospeso attività e trasporti nel paese, il colosso energetico cinese CNOOC ha deciso di non onorare una serie di contratti di fornitura già firmati. La decisione, naturalmente, ha provocato la reazione di alcuni gruppi tra cui Royal Dutch Shell, Total e Bp, spinti, con la chiusura della Cina, a cercare nuovi acquirenti.
Abbattimento delle emissioni di CO2
In conclusione, la drastica diminuzione della domanda energetica ha trascinato con sé un significativo abbattimento delle emissioni di CO2: l'effetto Coronavirus ha implicato un calo di 100 milioni di tonnellate. Tra le diminuzioni più significative e influenti rientrano:
calo dell'utilizzo del carbone nelle centrali elettriche;
crollo della produzione delle raffinerie di petrolio nella provincia di Shandong e dei prodotti in acciaio;
drastico calo del voli nazionali scesi del 70% rispetto al mese precedente.