AI Vs crisi climatica: come rendere l'intelligenza artificiale più efficiente?
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L'intelligenza artificiale è entrata velocemente a far parte della vita delle persone con enormi conseguenze nella quotidianità e sul lavoro. Anche se è un tema di grande rilevanza per il Paese, il loro uso non rappresenta ancora una scelta ecologica. Nello sviluppo dei nuovi data center si dovrà quindi lavorare alla diminuzione dell'uso di energia elettrica da fonti non rinnovabili e a tecnologie più moderne ed efficienti, anche e soprattutto dal punto di vista energetico.
L'essere umano ha un nuovo amico: il suo nome è intelligenza artificiale. Che si tratti di Gemini, ChatGPT, o chi altro, l'AI può essere contemporaneamente il migliore consigliere, uno psicologo personale, l'Esperto in geopolitica o in consumi energetici. Chiunque si è trovato a farne uso, anche solo per curiosità. Eppure l'utilizzo massiccio dell'intelligenza artificiale è attualmente un po' in contrasto con il processo di transizione energetica.
Secondo un rapporto della IEA (International Energy Agency), la domanda globale di elettricità da parte dei data center raddoppierà entro i prossimi cinque anni, eguagliando i consumi del Giappone.
In quali paesi l'AI crescerà maggiormente?
A guidare la classifica troviamo gli Stati Uniti, in cui si concentrerà metà della crescita. Anche in Europa, però, ci sarà un considerevole sviluppo dei data center: secondo uno studio condotto dal Politecnico di Milano, i consumi energetici potrebbero aumentare da 62 TWh del 2024 fino ai 150 TWh nel 2030, mentre la potenza impegnata passerà da 10 a 35 GW.
E in Italia? Anche nel nostro Paese ci sarà un incremento del numero dei data center e quindi una conseguente maggiore richiesta di energia elettrica. Nel 2030 l’Italia consumerà 362 TWh di elettricità: rispetto al 2023, si registrerà quindi una crescita di 56 TWh, dipesa in gran parte solo dai data center (10 TWh). Tra il 2024 e il 2030, la potenza installata passerà da 500 MW a 2 GW.
Soddisfare la maggiore domanda di elettricità in pochi anni e rispettare gli obiettivi fissati per garantire il processo di transizione energetica sarà la sfida dei prossimi cinque anni. Sicuramente sarà necessario regolamentare il settore, per facilitare questo equilibrio.
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Quali problematiche rendono le tecnologie attuali meno sostenibili?
Nei prossimi anni team di ingegneri e sviluppatori, nonché tutto il mondo della politica, saranno alle prese con lo studio di nuove soluzioni dal punto di vista sia tecnologico sia ambientale.
Analizziamo insieme la situazione attuale e ipotizziamo i possibili sviluppi.
Aspetti tecnici
Le esigenze collegate all'intelligenza artificiale, big data e data analisys vengono attualmente gestite dai cosiddetti data center hyperscale, provvisti di server multi-processore e GPU molto potenti ma non particolarmente efficienti. Attualmente, come riportato in un articolo di QualEnergia, i maggiori consumi derivano dagli hardware e dagli apparati di storage e di rete (circa 50% del fabbisogno).
Cosa sarà necessario migliorare in futuro?
Nei prossimi anni quindi bisognerà lavorare alla creazione di sistemi più efficienti e di un codice meno elaborato (il green coding), che permetta una minore sollecitazione della GPU e di conseguenza un consumo a livello energetico inferiore.
Aspetti climatici
Al momento i sistemi di raffrescamento di queste apparecchiature costituisce la seconda principale causa di consumo (circa il 37% del totale). Questo accade per due motivi:
- la densità di potenza delle attuali apparecchiature determina una crescente dissipazione di calore;
- i sistemi di raffreddamento ad aria usati non soddisfano più le esigenze attuali.
Ecco le possibili soluzioni
In molti paesi europei sono già operativi dei sistemi per "riutilizzare" il calore prodotto dai data center in attività. A Copenaghen e a Stoccolma, è stato implementato un sistema per alimentare la rete di teleriscaldamento cittadina e diminuire così l'utilizzo di combustibili fossili e il conseguente inquinamento.
Il progetto italiano
Sulle orme delle iniziative nord europee, anche in Italia si sta lavorando a un modo per sfruttare meglio il calore. Se ne sta occupando il gruppo A2A, che sta elaborando un progetto per il comune di Milano, in collaborazione con DBA Group e Retelit.
A2A mira a utilizzare il calore prodotto dal data center Avalon 3, uno dei più potenti in Italia con 3,2 MW di potenza, per alimentare la rete cittadina nel Municipio 6 di Milano. L'operazione permetterà di risparmiare 3300 tonnellate di CO2.
Il gruppo A2A è da sempre molto attento alle tematiche ambientali e in veste di venditore si preoccupa di fornire ai suoi clienti energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili. Partecipa anche tu al cambiamento, attivando una delle offerte di A2A Energia: scopri quanto costa al kWh la luce con A2A Energia e quale tariffa elettrica conviene attualmente.
Anche, però, la collocazione di un data center in un punto piuttosto che in un altro può renderlo più sostenibile ed efficiente. Capiamo come.
Aspetti ambientali
La costruzione di un data center è una questione delicata, un po' come accade per le centrali nucleari. Il luogo prescelto per ospitare queste strutture deve avere alcune caratteristiche affinché le prestazioni siano ottimali. Il Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica con il documento "Linee Guida per le Procedure di Valutazione Ambientale dei Data Center" ha definito alcuni punti per individuare le nuove collocazioni.
- Quali caratteristiche dovrebbero avere i luoghi scelti?
- Un clima idoneo a favorire la dispersione degli inquinanti (quindi sono preferibili aree particolarmente ventose e non troppo calde, come quelle costiere. Queste ultime sono ideali anche perché vicine a enormi masse di acqua che potrebbero facilitare le operazioni di raffrescamento degli impianti). Vanno assolutamente evitate le zone a elevato rischio idro-geologico o sismico, oppure quelle legate a vincoli naturali, paesaggistici o culturali.
- La disponibilità di energia a basso costo, favorendo le fonti rinnovabili.
- Una distanza dai centri abitati adeguata, nel rispetto della salute umana e della qualità dell'aria.
- Bisogna preferire le aree dove è possibile contare su economie di agglomerazione, scala e localizzazione, e collegare il data center a impianti ecosistemici (come quelli di teleriscaldamento).
- Anche le aree da rigenerare o a bassa densità di impianti devono avere la precedenza. Nel caso non fosse possibile (pensiamo a quello che accadrà in Lombardia nel prossimo futuro), sarà necessario dare priorità a siti dismessi o brownfield.
Oltre a questo bisognerà fare i conti con il consumo del suolo, legato alla costruzione dei data center e anche delle infrastrutture a questo collegate. Terna ha stimato che tra il 2025 e il 2027, per esempio, dovranno essere realizzate 437 nuove sottostazioni per l’alta tensione in Italia, la maggior parte concentrate nell'area milanese. Indiscutibilmente, quindi, questa rivoluzione modificherà il paesaggio italiano e sarà necessario trovare delle soluzioni che non gravino sulla vita degli utenti.
Cosa può fare l'intelligenza artificiale per l'ambiente e il clima?
La risposta è molto. Durante la conferenza AI & the energy transition – a dual look, tenutasi presso il NetZero Milan expo summit quasi un mese fa, sono state messe in evidenza le grandi capacità che l'intelligenza artificiale possiede già e che potranno essere migliorate nei prossimi anni, implementando le innovazioni di cui abbiamo parlato nei paragrafi precedenti.
L'abilità di elaborazione di una grande quantità di dati permette anche il loro monitoraggio in tempi brevissimi. Questa possibilità, trasferita su scala mondiale, potrebbe con il tempo portare alla programmazione di azioni congiunte e vere e proprie politiche sul clima.
Usando l'intelligenza artificiale nel modo giusto è quindi possibile facilitare la transizione energetica. Ne sono certi gli analisti.
- Secondo lo studio "Accelerating Climate Action with AI" del Boston Consulting Group e di Google, applicando le tecnologie esistenti su scala più grande, l’AI potrebbe aiutare a mitigare le emissioni di CO2 entro il 2030 dal 5 al 10%.
- La teoria è confermata da Carlo Negri, research director del Politecnico di Milano. Nella sua analisi viene dimostrato come l’intelligenza artificiale possa avere un impatto positivo sul almeno l'80% dei 169 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile contenuti nell’Agenda 2030 dell'ONU.
Come si usa l'intelligenza artificiale nel modo giusto?
Anche un utente domestico può usare l'AI in modo efficiente e sostenibile. Ecco alcuni consigli!
- Non usare Gemini e ChatGPT per tutto. Se puoi risolvere i tuoi dubbi attraverso una ricerca "normale", prediligila. Al momento costituisce una scelta più sostenibile.
- Scrivi sempre domande specifiche e dettagliate per evitare errori o risposte non soddisfacenti da parte dell'intelligenza artificiale.
- Chiedi consigli sul risparmio energetico, l'AI potrebbe fornirti spunti che non potevi neanche immaginare. Stai attento, però, perché ChatGPT o Gemini possono sbagliare. Soprattutto per le questioni più tecniche, la percentuale di errore è ancora elevata. Verifica quindi sempre le informazioni riportate. Se hai dubbi su questioni legate al mondo energetico non esitare a contattare gli esperti di Selectra.net: telefona allo02 9475 5339 02 9475 5339prenota una consulenza.
Per facilitare personalmente il processo di transizione, oltre a usare l'intelligenza artificiale in modo più coscienzioso, potresti scegliere anche una tariffa di energia elettrica che sfrutta le fonti rinnovabili. Anche Selectra.net è molto attenta a questo aspetto e il nostro team potrà guidarti nella selezione della tua prossima offerta. Per farti un'idea, leggi l'articolo dedicato alle migliori tariffe luce del momento e scopri quale proposta si adatta alle tue esigenze. Anche questo piccolo gesto potrà fare la differenza per il benessere del Pianeta.